Qualunque sia l’opinione che avete di Marx, della sua vita e dei suoi studi, non può essere peggiore di quella di sua moglie. Perlomeno nella versione che ne dà Montanelli in questo racconto crudelmente umoristico della nascita del Capitale, in cui parla in prima persona Jenny von Westphalen. L’erede di una nobile famiglia prussiana ebbe la cattiva idea di sposare il rampollo spiantato di una famiglia di mercanti ebrei, velleitario economista senza nozioni di economia, tantomeno domestica, guadagnandoci anzitutto una vita di stenti. Tra un fiasco editoriale e una mancata consegna, tra uno sfratto e un esilio, ripercorriamo nella disincantata cronaca di Jenny le vicissitudini di un piccolo borghese gretto e invidioso, sempre sull’orlo di una crisi di nervi e intento a denigrare i propri amici ben più che a combattere i nemici del proletariato, classe che in realtà disprezzava. Un perfido quanto irresistibile pamphlet che suona una nota di originalità in un momento di ritrovata celebrità per il filosofo ottocentesco e le varie riletture del suo Capitale.