Soprattutto per un giovane, o per un neonato, il futuro è una muraglia altissima, apparentemente insuperabile, e la giungla in cui siamo precipitati sembra inestricabile: difficile trovare una direzione.
A proteggere il novello Mowgli dalle insidie e dai pericoli non ci sarà nessuna pantera Bagheera, dovrà cavarsela da solo. Ma qualcosa per lui possiamo fare da qui, ora, senza aspettare: chiarirgli le idee, avviarlo o riavviarlo al coraggio e alla libertà di pensiero. E questo libro ci prova, cercando di accorciare le distanze tra noi abitanti di una palude maleodorante, certo italiana ma sempre più planetaria, e la “vegetazione” minacciosa che attende i nostri nipoti.
Acuto e tagliente come sempre, Beha questa volta racconta il presente per superarlo, per trovare le parole che non abbiamo più e quelle che non abbiamo ancora, sospesi tra un passato senza ricordi consapevoli e un avvenire pressoché indecifrabile.
La salute come merce, la “sindrome da cucina” che avanza, la desertificazione del sapere, il clima impazzito, la memoria truccata, la politica ma anche la camorra e l’Isis, il “fondamentalismo finanziario” del denaro, il messaggio evangelico tra banche, massonerie e mafie, la paura, l’amicizia, gli altri spariti dai nostri orizzonti... insomma la
vita che siamo al tempo di Facebook, Instagram e Snapchat. “Un oggi usurato ed estenuato, consumato ancor prima di esserci.” Ecco qualche utensile per il nostro Mowgli e per noi che siamo qui.Senza illusioni ma con un afflato umano intergenerazionale che non spenga le fiammelle interiori di speranza.