Nell'ambito dell'architettura italiana del Novecento le indagini raccolte in questo libro riguardano in particolare le pratiche del progetto e della costruzione. Nelle vicende esecutive e nelle storie di cantiere, mentre riemergono più nitide le diverse identità dei vari modernismi italiani, si scopre anche il filo continuo di un modo di costruire univoco: un'opera muraria mista, arricchita (e non sostituita) dal cemento armato, che rimane adeguata al piccolo cantiere artigianale. Una versione moderata di costruzione moderna, in linea con il ruolo frenante dell'edilizia nella già lenta industrializzazione italiana. Nella sequenza degli episodi, strettamente attinenti alla storia della costruzione, affiora anche qualche nuovo aspetto riguardante la vicenda architettonica nel suo complesso: le significative analogie tettoniche che, sotto le diverse apparenze, intercorrono tra lo stile littorio e i vari razionalismi degli anni trenta; la continuità che collega le tecniche impiegate nella ricostruzione alla sperimentazione autarchica; l'intreccio tra le grandi opere degli ingegneri e le architetture negli anni cinquanta e sessanta, che ci appare oggi come uno dei cardini dell'originalità dell'Italian Style.