Decidere di non separarsi significa risparmiare i figli, significa buttare la vita.
Un insolito destino intreccia due vite apparentemente simili ed entrambe calate nella splendente borghesia italiana e francese. Due i protagonisti che casualmente s’incontrano e s’innamorano, con la complicazione di non essere entrambi liberi ma sposati con figli.
Nata in un contesto contemporaneo, descritta in prima persona e poi narrata sul finire da una voce fuori dal campo, la storia si compie e si consuma tra Parigi, Padova ed il Lido di Venezia. La volontà di mantenere l’apparenza e l’artificiale lustro della famiglia per bene, porterà uno dei due protagonisti a una delirante sofferenza, ma un imprevisto porrà fine a questo teatrino, lasciando segni indelebili sulla pelle dei relativi figli, ignari attori dei due nuclei. Il ritrovamento di un diario, a quasi trent’anni dalla morte di Cora (la protagonista principale), restituirà una realtà ancora più amara, soprattutto al lettore che tra le righe delle ultime pagine si sentirà ingannato e forse costretto a rileggere il libro dall’inizio.
QUALCHE NOTIZIA SULL’AUTORE:
Francisca da Silva è il nom de plume dell’autrice; volutamente ripreso dal nome di una schiava nera realmente esistita e vissuta in Brasile nel 1700, questo pseudonimo è nato per fondersi in armonia con il suo primo romanzo (A letto con il chirurgo estetico).
L’autrice si è così affezionata al personaggio tanto da crearne un’identità virtuale esistente solo con un profilo Facebook, unico modo per interagire con un pubblico che forse mai la conoscerà dal vivo.