La musica di Matthew Bellamy e dei suoi Muse ha letteralmente traghettato il suono del rock nel nuovo millennio. La collisione tra un romanticismo à la Jeff Buckley e le chitarre rombanti dei Rage Against The Machine ha creato un marchio di fabbrica inconfondibile. Da qui i Muse hanno poi dato il via a un percorso di evoluzione costante, trascinando nella loro proposta qualsiasi cosa colpisse l'orecchio del loro onnivoro frontman, dalla musica classica ed etnica fino al prog, al glam e all'elettronica, senza mai perdere di vista la fondamentale semplicità e fruibilità dei loro singoli, veri e propri inni radiofonici. Ma seguire il dispiegarsi dell'immaginario dei Muse attraverso la loro discografia è tutta un'altra storia. Significa gettarsi a capofitto in un viaggio interstellare "a curvatura" dalla provincia inglese del Devon fino a una visione globale del pianeta, a dimensioni parallele e a galassie lontane. Dalle inquietudini autobiografiche di "Showbiz" ai proclami battaglieri di "The resistence", la penna di Matthew Bellamy si arricchisce di spunti presi di peso da saggi di astrofisica, ricerche sulla robotica, teorie alternative sulla nascita della vita nell'universo. Le canzoni dei Muse funzionano spesso come un centro nevralgico di collegamenti da cui partire alla scoperta di altri mondi, popolati da romanzi distopici e teorie del complotto, cospirazioni di illuminati e alieni, sindromi di Stoccolma, teorie delle stringhe, brainwashing, servizi segreti deviati...