«In principio tutto era vivo. Anche i piú piccoli oggetti erano dotati di un cuore pulsante, e perfino le nuvole avevano un nome». Ricorda quel tempo all'inizio del tempo: quando tutto risplendeva nella luce della prima volta. Quando eri bambino. Il momento aurorale in cui vennero tracciati i confini tra il «mondo fuori», quello delle cose, degli altri esseri umani, delle esperienze - la luna, i cartoni animati, il baseball, la mamma - e quello interiore, della coscienza, dei pensieri, delle delusioni, della felicità. E adesso che sei entrato «nell'inverno della vita» ripensa a quei confini, disegnali in una mappa che possa aiutare il lettore, quello anziano come il piú giovane, a orientarsi. Notizie dall'interno è proprio questo: il racconto dell'infanzia di Paul Auster, la storia di questo piccolo «apprendista d'uomo» nell'America degli anni Cinquanta e di come quelle esperienze, quegli incontri, hanno plasmato il mondo interiore del futuro autore della Trilogia di New York. Ma se la formazione della coscienza è la posta in gioco di ogni vita - perché è lí che vivono il dolore, l'amore, la felicità - per lo scrittore l'indagine di quel territorio è ciò che dà senso al proprio lavoro. Per questo Auster non si limita all'infanzia ma nelle quattro parti che compongono Notizie dall'interno affronta altri momenti decisivi in cui la vita (nei suoi modi a volte sfuggenti, altre volte traumaticamente sfacciati) ci plasma. Nel caso di Paul Auster può essere il ritrovamento di un carteggio intimo e sofferto con la prima moglie, rivivere i difficili anni di apprendistato a Parigi o anche la visione di un banale film di fantascienza. Ma tutto, lettere, trame di film, racconti fulminanti, compongono un'unica storia che, nel momento in cui ci permette di affacciarci sul mondo privato di un artista, ha la potenza di un reportage dal mondo interiore di ognuno di noi. *** «La voce di Paul Auster è ipnotica come quella del vecchio marinaio di Coleridge. Iniziate uno qualunque dei suoi libri e a pagina due non potrete già piú smettere». «The New York Review of Books»