Roberto Manfredi, ex-discografico, scrittore, autore e produttore televisivo, conosce Fabrizio De André nel 1976, quando giovanissimo lavora all’ufficio promozione della casa discografica Produttori Associati che produce e distribuisce gli album del poeta e cantautore genovese. Diventando amici già al primo incontro, Fabrizio e Roberto si incontreranno negli anni successivi in diverse occasioni, tra cui la storica tournèe di Fabrizio De André e la PFM, in cui Roberto collabora come produttore e promotore del giovane cantautore fiorentino David Riondino che partecipa al tour come artista supporter. Il 16 marzo 1978, nella stessa mattinata in cui viene rapito Aldo Moro, Roberto Manfredi intervista De André su richiesta del cantautore stesso negli studi Ricordi in Via Berchet 2 a Milano, per uno speciale radiofonico destinato a promuovere l’album “Rimini”. L’intervista registrata, di cui Manfredi conserva l’unica copia su audiocassetta, non sarà mai distribuita alle radio. Qui viene riportata integralmente. Il libro è un sincero e affettuoso omaggio all’amico De André: testimonianze, ricordi, cronache dei momenti vissuti insieme. Contiene anche una breve testimonianza di Lucio Salvini, ex direttore della Casa Ricordi, altro raro amico di Fabrizio De André nell’ambiente discografico. Scritto con il cuore più che con il PC, racconta non solo il Fabrizio De André artista ma anche l’uomo, con le sue forti convinzioni e le sue commoventi fragilità. Il titolo “Nu ghe n’è” tratto da una frase della canzone ‘A Cùmba di De André, ha un significato ambivalente. Fabrizio non c’è più e mai esisterà un nuovo De André; eppure la sua musica e la sua poesia rimarranno per sempre.