“Ogni giorno alle quattro piove” è l’autobiografia di un artista. Cantante di musica antica, artista del coro, pittore ed infine scrittore la figura dell’Autore è senza dubbio legata al mondo dell’Arte intesa a tutto tondo. Sensibile alla bellezza in ogni suo aspetto ci consegna con il suo romanzo autobiografico un viaggio emotivo sentimentale attraverso i diversi luoghi dove ha vissuto prima di approdare definitivamente a Roma dove attualmente lavora.
Un libro dunque che ha quasi il sapore dei diari dei viaggiatori del “Grand Tour”.
Le città, i paesi, i vari territori, sono descritti con minuziosa esattezza ma sempre corredata da una forte sensazione di carattere evocativo. L’autore descrive dunque i luoghi non limitandosi a quello che vedono gli occhi, ma scandaglia sempre con estrema profondità l’essenza di tutto ciò che vede, consegnandoci dei veri e propri ritratti, quasi che i luoghi diventino persone vere e proprie ognuno col proprio carattere.
Partendo da Massa ci presenta una Toscana ignota ai più, una terra di confine lontanissima dagli stereotipi delle dolci colline con i filari di cipressi, e quindi assolutamente ricca di sorprese. Un viaggio che, salvo qualche deviazione, segue essenzialmente una strada: la via Aurelia che diventa la via del cuore. Orgogliosa di essere la prima, quella strada statale numero uno (SS1) diventa come una compagna fedele che condurrà fedele l’autore per tutto l’arco del suo cammino.
Il mare è uno dei protagonisti principali, e con un forte senso di appartenenza il Tirreno vi appare evocato quasi fosse un divinità magica in una serie di immagini dal forte impatto emotivo.
Pur essendo un’autobiografia, l’autore presenta un’immagine di sé molto discreta e la vita personale appare scritta con una sorta di pudore, quasi in punta di matita.
I ricordi, soprattutto quelli dell’infanzia appaiono come protetti da un velo di discrezione e lasciano il lettore in un clima come di attesa.
Un libro dunque per tutti quelli che amano viaggiare con i ritmi del cuore, dove i più grandi ritroveranno il ricordo di un’Italia senza telefonini e senza internet, e i più giovani stimoli per osservare con occhi profondi e soprattutto con il cuore un pezzo di Italia sempre più da proteggere.