Una donna orgogliosa, intelligente, caparbia, intuitiva, affascinante, dotata di una sensibilità mistica e religiosa, pienamente consapevole del proprio valore e discendente da una stirpe regale. Come è stato possibile affidare alla storia un’immagine del tutto negativa e deformata di questa figura?
Due regni – l’Epiro e la Macedonia – dominati, nel IV secolo a.C., dal potere maschile delle armi. Una città, Pella, dove fazioni rivali lottano ferocemente per il potere, usando ogni mezzo anche illecito e denigrando sistematicamente la parte avversa. Una reggia sede di intrighi e calunnie, popolata da cortigiani invidiosi e maldicenti. Generali rudi, forgiati nella guerra, che non accettano la reggenza di una donna nemmeno nel nome del loro re. Un’opinione pubblica modellata su un pensiero dominante che impedisce alle donne di manifestare le proprie capacità al di là delle doti “domestiche”. Ecco come è possibile diffamare una donna di grande valore.
Paola Lomi riabilita questa figura fermandosi a leggere fra le righe della storia e delineando l’immagine di una donna che, con le sue qualità e debolezze, con le contraddizioni insite in lei come in ogni altro essere umano, affascina e conquista il lettore, trascinandolo in un contesto storico dove, pur essendo ogni merito assegnato agli uomini e alle loro battaglie, vengono finalmente portate alla luce la forza e la virtù del femminile.