Follia, angoscia, terrore apocalittico, paura invadono come forze oscure e sinistre l’orizzonte cinema, a minacciare giovani, famiglia, sacralità: la premessa a un libro o piuttosto la descrizione di un incubo? Aggredire il cinema dal versante dei “temi” trattati, delle istanze rispecchiate, degli ideali proposti: una prospettiva, se non nuova di zecca, sicuramente singolare... Un seguito di inventari curiosi che ci aiutano a leggere il cinema come un grande specchio in cui si riflette la società.
Questo volume raccoglie una serie di saggi di varia estensione, scritti tra il 1995 e il 2000 per prestigiose riviste di cultura o per importanti seminari e convegni.
Saggi abbastanza particolari per almeno due motivi:
a) perché affrontano il cinema sotto un’ottica diversa, tentando di spiegare – o perlomeno di illustrare – come la Settima Arte affronti o rifletta temi, figure, tensioni, che emergono dalla società di cui è specchio, come costruisca stereotipi e icone.
b) perché non indulgono mai al linguaggio criptico dei cosiddetti accademici e critici “di professione” ma offrono ricognizioni chiare, accessibili, mi auguro di gradevole lettura.
Un’utile riflessione sul cinema, sui suoi nessi con la cultura e subcultura della società di cui è specchio e agente.
Leandro Castellani, è un noto autore e regista che alla tv, e più sporadicamente alla radio e al cinema, ha dato un valido e originale contributo spaziando dal grande sceneggiato (Le cinque giornate di Milano, La gatta, Incantesimo, ecc.) all’inchiesta storica (La bomba prima e dopo, Mille non più mille, ecc), alla biografia (Oppenheimer, Don Bosco, ecc.) e ottenendo i massimi riconoscimenti internazionali (Leone d’oro di Venezia, Prix Italia, Festival di Montecarlo, Mosca, Villerupt, Chanchung, ecc.).
E’ autore inoltre di numerose pubblicazioni di carattere storico, giornalistico e di costume, di saggi sulla comunicazione e i media (Premio Fabbri, Premio Capri, Premio “Scrivere di cinema”), e opere di narrativa (Lavinia, E quanti amori, Un provvisorio stabile, Occhi da cinema).