Patti Smith è sempre stata un'ispirata costruttrice del proprio mito, attenta a declinare ogni aspetto della sua personalità all'ennesima potenza: la sacerdotessa del punk, l'interprete del linguaggio universale della musica, la salvatrice, la femmina innamorata, la vedova di professione, la Madre. In oltre trent'anni di carriera ha costruito se stessa come un pezzo vivente d'America, un'icona ambulante al pari di Andy Warhol, Muhammad Ali e Jackie Kennedy. Patti Smith, outsider e regina della notte newyorkese, è morta e risorta continuamente giocando negli anni con diversi tipi di immagini. E stata la teppista beatnik completamente identificata con la tradizione maschile di ribellismo romantico, attingendo a piene mani dal simbolismo dei 'poètes maudits'; il messia donna capace di salvare il rock col potere di trasformazione della sua femminilità; la sciamana che crea performance intense ed emozionanti con cui parlare ai morti (o semplicemente raccontare ai vivi che cos'è la morte); la vecchia leader che ci mette in guardia contro i mali del pianeta; la figura materna che si preoccupa dei suoi figli, di quelli che ha avuto fisicamente e di tutti gli altri: i fedeli ascoltatori che ha aiutato a venire al mondo con la forza della sua musica. Trent'anni di immutabile credo nel rock'n'roll.