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L’Islanda in bici, tra geyser, colline color ruggine, e cieli infiniti. Un cicloviaggiatore e le sue splendide foto di viaggio. 800 chilometri in solitaria e la mitica pista del Kjolur, 250 chilometri di sterrato che attraversano gli altopiani interni. Una tenda, un diario e la macchina fotografica, in una delle terre più affascinanti del mondo.
"Prima di ogni viaggio so benissimo che ci saranno giorni in cui mi sentirò stanco come non mai, sarò sporco come non mai, fradicio o bruciato dal sole. Allora maledirò l’istante in cui ho ideato questa ‘vacanza’, maledirò me stesso. Nonostante questo, anzi grazie anche a questo, so per certo che sarà una delle esperienze più belle e totalizzanti della mia vita. Farò cose che non pensavo saper fare, comprenderò e parlerò tante lingue, conquisterò amicizie che dureranno un’ora, un giorno o tutta la vita. Non visiterò borghi medievali persi in qualche campagna, ma vivrò quei borghi e quella splendida campagna. Non osserverò un paesaggio, ma farò parte di un paesaggio. Vento nei capelli, il sangue che pulsa nelle gambe, tutto il mondo ti sembra a portata di pedalata. Simbiosi perfetta con il tuo ferro, la tua bici. Non è più un mezzo di locomozione, ma quasi un’estensione del tuo corpo. Più che un nuovo arto, un nuovo senso. Quello attraverso il quale stai conoscendo il Creato".
"Questo è il mio mondo, questo è ciò che sono e che voglio essere. Un viaggiatore che non ha altro scopo se non quello di vedere cosa c’è oltre la linea dell’orizzonte. E magari condividere questi momenti con chi vede lo stesso orizzonte".
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