Non si muove nessuno, qua, perciò veniamo bene nelle fotografie»: è uno dei tanti ritratti, geniali e disarmanti, che il protagonista di questo libro fa della sua generazione di idealisti e insicuri, impiegati di call center e aspiranti professori, provinciali tormentati e contemplatori urbani. A metà tra romanzo di formazione e poema del quotidiano, questa è la storia di un dottorando e dei suoi – altrettanto precari – coinquilini, che, tra un prosecco di sottomarca e un pezzo rock improvvisato in sala prove, condividono le giornate in un quartiere dal «corpo bisunto» nella Padova popolare. Francesco Targhetta riesce in un esperimento tanto rétro da essere modernissimo: fondere una lingua poetica e visionaria con una vera storia, che invita il lettore a identificarsi, guardarsi con tenerezza e, infine, ridere di sé.