“Solamente la lucidità di Benjamin poteva trasformare l’attualità delle discussioni in corso intorno alla fotografia, alla sua funzione e al suo destino, in una storia che ha nutrito e continua a nutrire generazioni di studiosi.
Insieme all’aspetto storiografico, esiste poi, non meno importante, quello descrittivo, la capacità di lettura delle immagini e la loro resa per via letteraria: la pescivendola di New Haven, la giacca di Schelling, il cappello di Kafka, la città vuota di Atget, non sono solo modelli di evocazione di climi e ambienti attraverso l’immagine fotografica, ma sono diventate icone della fotografia grazie a una lingua che sa ridare le profondità del pensiero e la sensibilità dello sguardo.”
Walter Guadagnini
Piccola storia della fotografia di Walter Benjamin, compare per la prima volta nel 1931 sulla rivista “Die literarische Welt”, dove viene pubblicata in tre articoli successivi. Si tratta di un testo in qualche modo pionieristico, uno dei primi tentativi di tirare le fila di una disciplina che proprio in quegli anni si andava affermando su più fronti – esposizioni, editoria, grafica – e in modo sempre più massiccio e accessibile al vasto pubblico.
Benjamin individua le tematiche e le ricerche che muovono la fotografia dai primi dagherrotipi fino agli autori a lui contemporanei, intrecciando il suo racconto con un dibattito di natura teorica sui legami tra arte e fotografia, ancora oggi di grande attualità.
Questa edizione – la prima illustrata in Italia – ripropone alcune delle immagini scelte da Benjamin nel 1931.
Walter Benjamin (1892-1940) è stato uno dei massimi filosofi e pensatori tedeschi del Novecento. La sua teoria sulla perdita dell’aura espressa nel celebre saggio L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica è uno dei capisaldi dell’estetica moderna.
Si toglie la vita nel 1940 in Spagna, temendo di non riuscire a evadere i controlli della polizia nazista e imbarcarsi per gli Stati Uniti.