Questo libro illustra i cinquant’anni di regno del piú importante zar, Pietro il Grande (1672-1725), durante il quale la Russia si trasformò in una monarchia potenzialmente europea. Pietro non fu affatto uno zar onnipotente che riformò da solo il suo paese, ma agí affiancato (e ostacolato) da una schiera di potenti aristocratici, che riuscí a domare politicamente per poter raggiungere i suoi obiettivi. L’autore di questa biografia ci svela le lotte intestine dell’aristocrazia russa e la vittoria finale della famiglia di Pietro e dei boiari suoi alleati. Ma poi lo zar si volse contro di essi per governare con i suoi favoriti Golovin e Menshikov. Il suo esperimento portò a un’amministrazione decentralizzata e in buona parte controllata dai grandi aristocratici, a cui fece seguito l’istituzione di un altrettanto aristocratico senato. Negli anni finali del regno – quelli delle riforme piú durature –, Pietro governò attraverso una squadra di favoriti, alcuni aristocratici, altri designati per merito. Egli riuscí a imporsi con la sua levatura politica su un’élite litigiosa e potente anche ricorrendo a compromessi, volti a rafforzare inizialmente lo zar e i suoi favoriti, quindi gli aristocratici, e infine un gruppo di uomini nuovi, senza escludere del tutto gli aristocratici. Il risultato fu un nuovo equilibrio di potere e una concezione nuova ed europea della politica.