Tredici incontri. Non i più importanti di una vita, bensì quelli che si sono presentati spontanei all'appello. C'è il piccolo falco Luca, con le ali spezzate dai suoi aguzzini, che visse con l'autore alcuni mesi di strazianti lezioni di volo, e c'è la mantide religiosa Darling, una zitellona ubriaca che gli fu compagna per un'estate. C'è la madre, vista da un bebè sollevato ad altezze vertiginose, e c'è un personaggio letterario molto amato, il barone di Charlus della Recherche proustiana. Ci sono il gin tonic e il vento dell'est che si abbatte su Tangeri, il ritratto di uno scaltro tombarolo egiziano e quello di un benpensante imbarazzato da suo figlio.
Ci sono anche l'incrocio con una strimpellatrice di strada che si rivela essere una pop star, e l'incontro tra due ragazzini degli anni Settanta che vivono in un mondo di fantasie morbose. C'è la scoperta delle piastrelle ottomane di Iznik, un breve saggio romanzato sull'arte islamica seducentemente divulgativo. Attraverso questi incontri si compone una sorta di autobiografia da cui trapela una felicità indigesta.
Un'adolescenza borghese in Italia, anni di viaggi in Medio Oriente, amori vissuti con candore disarmante, letture e studi esoterici, la passione per la natura e per l'arte, l'attrazione per il Marocco, un cosmopolitismo radicale: tutto in una lingua scandalosa per semplicità e precisione. Il punto di vista è eccentrico, ma l'accettazione del dolore, la coscienza della bellezza irripetibile di ogni esperienza, e una vitalità sventata ma indenne, conferiscono a questa eccentricità qualcosa di universale. Ogni incontro è illustrato da un acquerello di Pierre Le-Tan.