Il processo telematico civile, anche in forza delle ultimissime riforme, si avvia a diventare il processo civile tout court; la digitalizzazione delle attività processuali è sempre più normalità quotidiana, né è ormai possibile eludere l'utilizzo degli strumenti informatici nell'esercizio della giurisdizione. A fronte di indubbi benefici e comodità, il processo telematico richiede tuttavia uno sforzo supplementare - in primo luogo, di comprensione - a tutti coloro che sono chiamati a praticarlo: per quanto "digitale", la "procedura" rimane comunque "civile"; l'utilizzo sempre più pervasivo dell'informatica esige, peraltro, di capire le influenze e interazioni fra la norma di rito e gli strumenti della digitalizzazione che, se non cambiano esteriormente il precetto vigente, purtuttavia ne rivoluzionano la declinazione in concreto. Questo libro nasce dall'esperienza dell'ordine degli avvocati di Venezia con delega all'informatica nel recente passato, e quale componente la commissione informatica del consiglio dell'ordine degli avvocati di Pordenone adesso - con l'ambizione di trasmettere utilmente a quanti ne avvertissero la necessità, o anche solo l'interesse, le conoscenze acquisite in materia nel corso degli ultimi anni. Senza dimenticare di essere, in primo luogo, giuristi: il libro, pertanto, non è una semplice raccolta di consigli pratici e -istruzioni per l'uso - (nei siti internet di istituzioni e associazioni forensi v'è discreta abbondanza di guide e manualetti), bensì vuol essere una più articolata esposizione dello stato dell'arte del processo telematico, dalla prospettiva del giurista "ragionante" e non solo "fattivo". Il processo telematico, comunque, non si limita alla giurisdizione civile, per quanto questa rimanga allo stato il campo prevalente di applicazione; alcune innovazioni sono già vigenti nel processo penale, e dalla rivoluzione digitale saranno in prospettiva interessati anche la giustizia amministrativa e il contenzioso tributario: il volume, pertanto, non trascura tali ambiti, sebbene dedicando loro uno spazio necessariamente residuale rispetto alla materia civile.