Radicato nella società che lo produce offrendolo alle masse sotto forma di intrattenimento, lo sport è solo un lavoro come un altro: una merce obbligata a rispondere alla legge del mercato e non certo ai valori di cui la pratica sportiva dovrebbe o potrebbe farsi portatrice. Ma ciò che in gran parte del mondo appare ormai come scontato, a Cuba si rivela diverso e, come per magia, ecco la partecipazione trionfare sull'agonismo, il senso dell'impegno e della lealtà primeggiare sull'etica del risultato a tutti i costi e lo spirito olimpico surclassare l'idea del professionismo. Viaggio nella storia popolare della boxe cubana, "Pugni e socialismo", forte del contributo di campioni dal calibro di Teofilo Stevenson o Felix Savon, mostra come l'utopia di uno sport libero dai dettami della società dello spettacolo sia non solo possibile, ma anche vissuta e praticata a livello di massa