Dal primo capitolo:
“Nietzsche non è per gli idioti, tuttavia attrae idioti. Il motivo è semplice: Nietzsche era un idiota. Domanda: Ma chi sono io per permettermi di bestemmiare contro questa divinità della filosofia contemporanea? Risposta: Io sono Dio. Vi chiederete: — Come possibile? Dio è morto. Lo ha detto Nietzsche, il grande filosofo! —. Intanto, figli miei, per morire bisogna nascere e in secondo luogo Nietzsche non era un grande filosofo, almeno non così come lo intendeva lui che dichiarava che un filosofo lo si misura con la sua stessa vita e non con i suoi scritti. Ed è già da questo pensiero che la vita di Nietzsche fu l'esatto contrario dei suoi scritti.”
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Il libro svela la tragicomica contraddizione tra il Nietzsche pensiero e il Nietzsche uomo (tra l'altro con uno stile che ricorda proprio il sarcasmo di Nietzsche) tracciando con opportuna documentazione la biografia impietosa di un uomo debole, sradicato, ramingo: un "idiota" da contrapporre all'erudito ex collega universitario Jacob Burckhardt che invano Nietzsche cercherà di sedurre alle sue idee, fino a quando Burckhardt stesso non lo mandò di fatto in manicomio, dopo aver ricevuto una delle deliranti lettere che Nietzsche spedì da Torino (i cosiddetti "biglietti della follia)
Indice:
() Introduzione
1) Idiota
2) Un dialogo quasi socratico
3) Quello strano autunno torinese
4) Epilogo e nota dell'autore