Il dolore di una perdita, il senso di smarrimento e di vuoto, l’impotenza e l’incapacità di accettare la morte, soprattutto quando colpisce una delle figure più importanti nella vita di ognuno: la propria madre. Davanti ad una sofferenza che non trova spiegazioni e ad un senso di abbandono così lancinante non resta altro che abbandonarsi al dolore, lasciarsi andare nell’oblio della mente e dei sensi. Finché qualcosa ti spinge a reagire, a svegliarti dal torpore, ad asciugare le lacrime ed andare avanti.
Arianna D’Acuti con “Quello che resta” racconta una storia semplice, in cui è facile immedesimarsi, sebbene l’impianto autobiografico sia evidente. Ci parla con il cuore, riesce a scavare nei nostri sentimenti, ci indica una strada da percorrere. La stessa strada che ha percorso la giovane protagonista di questo bellissimo romanzo che, trovando aiuto in se stessa e nelle persone che la circondano (la famiglia, il fidanzato), riuscirà ad accettare il dolore più inaccettabile del mondo, la scomparsa di qualcuno che si ama con tutte le forze e con tutta l’anima. E capire che passato il dolore, quello che resta sono i ricordi, gli amabili resti, le emozioni, le sensazioni, i sorrisi e i momenti più belli passati accanto a quella persona che ora non c’è più. E, sotto questa ottica, quello che resta assume la stessa importanza di quello che se ne è andato.
Edito da Bibliotheka Edizioni.