Le storie nascono così, osservando un volto, un barattolo al supermercato, annusando un profumo.
Ho sempre amato guardare le persone in fila e immaginare le loro vite, i loro amori, le loro emozioni.
Mai ho scritto qualcosa perché a scuola le professoresse d’italiano mi consideravano noiosa e prolissa. Ciò che nasceva nella mia mente rimaneva lì, destinato a perdersi.
Poi un giorno un bambino di nome Michelangelo mi ha fatto vedere il mondo in modo diverso. Gli ho insegnato che tutti abbiamo qualche cosa di importante da dire. Mai farsi abbattere dai giudizi degli altri.
Begli insegnamenti e allora perché non scrivere? Scrivere per uscire definitamene dal trauma i un 4 all’esame di maturità che mi è rimasto impresso come un marchio a fuoco.
Allora via con un corso di scrittura creativa.
I miei pensieri sono diventati parole scritte, racconti. La gente leggeva e si emozionava.
E allora via, esageriamo. Ho mandato un primo racconto a un concorso e ho vinto, poi un secondo e ho vinto e poi un altro e un altro ancora.
Non sono state tutte vittorie, ma sono nate comunque storie che qualcosa di buono avevano da raccontare.
Eccoli qui i miei racconti in concorso.
Forse è una rivincita o forse semplicemente un modo di dire a tutti gli studenti che se una professoressa non ti capisce, là fuori potrebbe esserci un mondo capace di farlo.