Massimo suonatore di sitar e ambasciatore della cultura indiana nel mondo, Ravi Shankar ha trascorso gli anni dell’adolescenza come danzatore nella Parigi e nella New York glamour degli anni Trenta. Dopo aver studiato con il maestro di musica indostana Allauddin Khan, la prima parte della sua carriera è culminata nel tour del 1954 nella Russiva sovietica. Nel 1956, la decisiva incursione in Occidente lo ha reso il primo artista indiano a colmare il gap tra le due culture e a incoraggiare l’apprezzamento e la conoscenza della musica indiana in Europa e in America. Da affermato artista internazionale, Shankar ha poi continuato a vivere in India spostandosi frequentemente all’estero per incisioni, concerti e festival. L’incontro con George Harrison nel 1966 ha dato il via a una lunga amicizia e a una collaborazione dalla quale è nata l’idea di questo libro autobiografico. Raga Mala contiene una vasta collezione di immagini e documenti provenienti quasi interamente da archivi privati e presenta preziosi contributi di una grande varietà di amici, tra cui Yehudi Menuhin, Zubin Mehta e Philip Glass. I folli tempi dello stardom degli anni Sessanta – di Monterey, di Woodstock, del Concerto per il Bangladesh – sono narrati al contempo con gusto e distacco. In questo appassionato e schietto resoconto personale, Ravi Shankar, una delle stelle più luminose della musica del Ventesimo Secolo, mette in scena le stesse qualità in contrasto che distinguono la sua natura di uomo e di musicista: una miscela di fascino e candore, decoro e umiltà, profonda spiritualità e spontanea irriverenza.