Al primo posto c’è la vastità della Riforma, che va a modificare ben 47 articoli della Costituzione, su un totale di 139, e che mette insieme delle misure assai diverse. A fronte di questa eterogeneità sarebbe naturale che i cittadini si potessero esprimere sulle singole parti, anziché essere costretti a scegliere tra un’accettazione indiscriminata e un rifiuto in blocco. Neanche per sogno, invece. L’8 agosto scorso la Cassazione (2) ha ritenuto legittima la richiesta di incentrare il referendum su un singolo quesito. Che recita così: «Approvate il testo della legge costituzionale concernente “disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?».
Bel groviglio. E bella esca.
Sommario:
Sincero sì, ma per sbaglio
Le vere linee guida
Il fronte del No
La strategia di lungo periodo