Le vicende economiche degli ultimi anni impongono alla sinistra italiana e europea una seria riflessione sulla loro cultura, identità e programma. È indubbio che il nuovo assetto del capitalismo abbia alterato i capisaldi dell’ordinamento democratico e sociale dei paesi occidentali e prodotto un orizzonte culturale che ha legittimato gli esiti. Questo lavoro affronta, anche dal punto di vista storico,le ragioni dell’affermarsi di tale orizzonte e le sue conseguenze. Nel processo in atto, la sinistra ha stentato a ritrovare la sua natura, stretta tra le condizioni oggettive di trasformazione della società e del contesto mondiale e la forza di penetrazione della visione egemone. Il libro si chiede come e dove questo smarrimento si sia verificato e quali siano le leve per ricostruire una cultura politica che abbia una forza identitaria e programmatica e sia al fondo di respiro europeo.Il libro esamina una vasta serie di questioni cruciali, da quella relativa all’euro, a quella relativa ai modi in cui l’eredità socialdemocratica vada recuperata nelle condizioni odierne, ai punti di attacco per perseguire una regolazione del nuovo capitalismo e molte altre.Il volume ripercorre inoltre, con intento analitico,le svolte che sono avvenute in Italia nel maggior partito di centro-sinistra. La crisi economica e sociale fa riaffiorare nel dibattito politico parole d’ordine quali “Stato”, “eguaglianza” e “regole”. Non si tratta, tuttavia, di parole che trovano di per sé la forza per ribaltare la visione culturale egemone nell’ultimo trentennio, né esenti da pericoli di una rielaborazione che le faccia apparire un semplice ritorno al passato. Quelle parole d’ordine possono, tuttavia, esser colte ed elaborate se captate da una cultura politica che, nonostante le revisioni necessarie, sia con esse in sintonia e che abbia la capacità di riappropriarsene e trasformarle in coordinate progettuali seguendo le quali sia possibile rifondare un’identità e definire i capisaldi di un programma politico.