Un appassionato appello a favore del dialogo e della pace, contro la paura della diversità che genera l’odio verso l’altro.
«Nel momento in cui scrivo queste righe, nei locali di “Charlie Hebdo” dieci persone che, pochi istanti prima, vivevano e sognavano di farci ridere, giacciono esanimi. Vi domandate che cosa mi autorizza a esortarvi alla riconciliazione? Nato a Varsavia poco prima della seconda guerra mondiale, so a cosa può portare un solo insulto, un solo gesto di violenza. E la storia non ha mai smesso di ricordarcelo. Oh, amici, fratelli. So quanto è difficile vedere la luce nell'oscurità. Spesso l’odio acceca. E basta una mano posata davanti agli occhi per nascondere il sole. Provateci comunque! Chissà? Forse, alzando la testa, troverete anche voi una luce. Quella che vi mancava per scorgere la mano tesa del vostro vicino. Allora, finalmente, la stringerete in un gesto di riconciliazione».