Le Olimpiadi, i Mondiali di calcio, il Giro d’Italia, la boxe: pochi scrittori italiani hanno vissuto così avidamente lo sport come Franco Cordelli. In questo quaderno filosofico sulla portata dei riti sportivi moderni di massa, l’autore di fortunati romanzi come Una sostanza sottile gioca a carte scoperte, perché “scrivere di sport significa, per me, scrivere di me”.
Da Fausto Coppi a Michel Platini, da Franz Beckenbauer a Laurent Fignon, le gesta di questi eroi moderni vengono osservati e indagati sullo sfondo dei rivolgimenti geopolitici tra la fine degli anni ’50 e la fine degli anni ’80, e nel clima psicologico e spirituale del mondo moderno post-bellico.
Scipione l’italiano riflette vorticosamente su tutto: sul significato della vittoria e della sconfitta, sulla potenza, sul ruolo dei tifosi, sul sistema mediatico sportivo, sul senso dell’epica nel tempo della pace. E quasi ci si sorprende che riti ludici di massa possano suggerire così tante idee e suggestioni sulla modernità e sui popoli.
La scrittura di questo libro, come sempre quella di Cordelli, è avvolgente, inesorabile, implacabile, concentrata e ipnotizzante; una scrittura che accarezza continuamente una verità definitiva, che però non esiste, e sembra soltanto la musica di un attimo. Lasciando nel lettore il dubbio che in fin dei conti non è la verità la posta in gioco della letteratura, ma stare senza corruzione e con mente pura e curiosa nel calore del proprio tempo, nel mondo così com’è.