Un giorno qualunque, la normale routine quotidiana. I soliti amici, il solito lavoro, i soliti posti. Così il protagonista, REBORNO, un giovane quarantenne con moglie e due figli, che svolge un lavoro umile ma dignitoso, si ritrova ad analizzare la sua vita, cercando di rispondere al malcontento che serpeggia in lui, e la risposta più ovvia e scontata è pronunciare la frase: “Ah, se rinasco…”.
Fortuna, o sfortuna dipende dal punto di vista, che a sentire quelle parole sia il suo amico – mentore CHARLOSKY, un potente mago, che vuole ‘donare’ la soddisfazione al suo pupillo di capire cosa significhi veramente quello che pensa, e così pronuncia un incantesimo nei confronti di Reborno, costringendolo a vagare nella sua vita passata e futura, senza che questo possa influire sulla sua vita presente ma fornendogli l’opportunità di poter rileggere i fatti della sua esistenza per valutare, e dove occorra, modificare la sua posizione attuale per fare in modo che si senta appagato da quanto ottenuto e riesca a concedere alla propria famiglia il meglio di se stesso.
Intorno al personaggio si muovono figure importanti e di riferimento come la moglie GRACE, i loro figli SAELI e RENZOLO, il fraterno amico di tante avventure McHUSTLER ed altri personaggi che, di volta in volta, incroceranno la strada di REBORNO e che lo aiuteranno nelle diverse situazioni in cui il protagonista sarà coinvolto.
Inizia così un viaggio che si concentra in un punto indefinito del mondo dove il protagonista si muove, vive, sogna, agisce. Un posto caratterizzato dalla musicalità dell’ambiente, dalla maestosità delle montagne che lo circondano, dal mare che ne delimita l’estensione e da un deserto degna cornice di personaggi aridi e incapaci di sentimenti positivi. REBORNO ricorderà ogni cosa della sua vita presente, ma nulla uscirà mai dalla sua bocca in quanto impedito dall’incantesimo, e dovrà, ogni volta, riadattarsi velocemente alle situazioni, modificare il suo modo di pensare, deve modificare i suoi approcci e rivedere gli accadimenti con la consapevolezza di quello che è diventato ovvero l’esperienza di un quarantenne in un corpo di un ventenne.