Un testo profetico, illuminante e di grandissima attualità.Dietrich Bonhöffer è una delle voci più rappresentative della teologia e dell’ecumenismo del XX secolo, e per gli anni del nazionalsocialismo in Germania ha rappresentato un’importante testimonianza riguardo la resistenza e la non omologazione della Chiesa al regime. Sequela, tra le opere più note di Dietrich Bonhöffer, costituisce, in quei difficili anni, un’autentica testimonianza di fede cristiana e pertanto un testo militante contro l’ingiustizia del nazionalsocialismo. Nachfolge è il titolo dell’opera in tedesco, termine che letteralmente significa “Imitazione”, ma il vero senso è riconducibile ad un’azione precisa, tradotta in italiano con Sequela, ovvero seguire. Una ricerca sul carattere di quella chiamata che da sola costituisce il rapporto con Gesù, e che Bonhöffer espone durante i primi corsi di Finkenwalde. Sequela è il cammino della vita ripercorrendo le tracce di Gesù, la risposta pratica all’appello che il Cristo rivolge al discepolo: «seguimi» (Luca 5:27-28). L’appello alla sequela di Gesù annuncia la liberazione dell’uomo da prescrizione e leggi umane che lo soffocano per sottoporlo a «quello soave di Gesù Cristo». Una libertà resa «possibile solo dove rimane integro il comandamento di Gesù», accettando «la chiamata incondizionata alla sequela». Chi vive quest’esperienza, avrà la consapevolezza che «Gesù non mira a distruggere la vita, ma al contrario a conservarla, a rinvigorirla, a sanarla». Bonhöffer vuole mostrarci una sequela nella quale è oscura la meta. Gesù Cristo, che chiama ad essa, è il solo a saperlo e l’unico da seguire; ciò di cui siamo a conoscenza, continua il teologo, è che «sarà una via di misericordia al di là di ogni misura. La sequela è gioia». Un testo profetico, illuminante e di grandissima attualità.
L'autore: Teologo luterano tedesco, DB è stata una delle figure intellettuali più di spicco della prima metà del '900. Rinchiuso in carcere per le sue posizioni contrarie alla politica nazista, fu impiccato il 9 aprile 1945, pochi giorni prima della fine della guerra. Il suo pensiero, rivolto a riportare l'autenticità del messaggio cristologico agli uomini, si caratterizza per un cristianesimo definito «non religioso», che si fonda sul recupero dei contenuti originari delle Scritture, rifiuta ogni fuga nell’aldilà, coniugando la fede nel Dio di Gesù Cristo con una piena fedeltà ai valori umani.