Dopo Carver, Cechov, Fitzgerald, Joyce, la collana Filigrana si arricchisce di un nuovo volume in cui vengono raccolte, in forma agile e accessibile, le riflessioni di un maestro della letteratura del Novecento sulla scrittura, propria e altrui. In questo caso si tratta di Virginia Woolf, l’autrice di La signora Dalloway e Gita al faro, di cui minimum fax ha già pubblicato consuccesso il Diario di una scrittrice. Il curatore ha estratto dall’epistolario della Woolf una serie di citazioni: brevi passi in cui la scrittrice racconta le difficoltà e le gioie del suo processo creativo, affronta questioni di tecnica, dà consigli ad amici scrittori impegnati nella stesura dei loro libri, esprime giudizi sull’opera di colleghi illustri (da Proust a Joyce, da Jane Austen a Dostoevskij), e riflette anche sull’importanza, per ogni artista, di distaccarsi dal proprio mestiere per rimetterlo in prospettiva (a questo allude il titolo scelto per il libro). Un compendio prezioso e illuminante non solo per gli appassionati e gli studiosi della Woolf, ma anche per gli aspiranti scrittori e gli amanti della grande letteratura.