Stefan Zweig racconta la storia di Marie-Henri Beyle, in arte Stendhal, con un interesse che si tramuta presto in profonda partecipazione. L’adolescenza parigina, i viaggi in Italia, gli anni al servizio di Napoleone, l’ininterrotta attività letteraria scandiscono una vita inquieta, che sarà la fonte di opere essenziali per le generazioni successive. Narratore dell’Io e attento indagatore di se stesso, lo scrittore francese si rivela così l’anticipatore dei vizi e delle virtù dell’uomo moderno. È per questa accesa sensibilità autobiografica di Stendhal, compiutamente trasfigurata nello stile, che Zweig riconosce in lui un maestro, al quale dedicare uno dei suoi più coinvolgenti ritratti.