Con Storie di Rock (2011) era stata compiuta un’importante ed originale opera di analisi degli anni ’60 e ’70, attraverso un approccio alla materia rigoroso e, soprattutto, lontanissimo dal caratteristico taglio agiografico — e di conseguenza superficiale — dominante, da sempre, nella musica rock. Con Storie di Rock. Volume 2 il percorso intrapreso quattro anni prima prosegue, anche perché, come sottolinea l’autore del libro nella parte introduttiva del testo, di cose da dire ce n’erano ancora… Prosegue e, probabilmente, si conclude anche, in compagnia, come al solito, di nomi sia noti sia (ingiustamente) dimenticati. Alla compagnia dei nomi va aggiunta quella di dischi, libri, luoghi, festival, concerti, curiosità, riflessioni critiche e, più in generale, dello spirito con il quale un simile progetto è stato portato a termine, ricordando ancora una volta che il rock è, o dovrebbe essere, principalmente un fenomeno musicale.