All'inizio degli anni '50, nella vivacissima Parigi postbellica, il giovane sociologo vive una stagione di ineguagliate esperienze culturali che spaziano dall'antropologia alla musica al teatro. Da questa messe di stimoli scaturisce un breve testo in cui Pizzorno si interroga, a partire dal tema della maschera, sui modi in cui simboli, rituali, forme artistiche e oggetti quotidiani mediano tra ruolo e persona, tra esperienze intime e loro rappresentazione pubblica. Quelle pagine sono qui riproposte, dopo essere rimaste a lungo inedite in italiano per le ragioni misteriose che talvolta sottraggono felicemente le cose rare al consumo onnivoro dell'attualità.