Poco meno di trent’anni fa si registrò nella politica italiana una singolare coincidenza: negli stessi giorni il presidente del Consiglio dei ministri proponeva la riduzione dei comuni italiani e la Chiesa cattolica procedeva alla soppressione di piccole diocesi, accorpandole ad altre più vaste. Le reazioni furono dello stesso tono, poiché venne rivendicata la tradizione da rispettare e si invocarono le autonomie territoriali da difendere. Si verificò una convergenza, non priva dì tratti curiosi, tra laici e cattolici, impegnati su un fronte comune, a protestare per l’offesa ad antiche municipalità ed alle prerogative di chiese locali. Episodi come questo, al di là degli esiti modesti se non addirittura fallimentari, meritano riflessione, per qualche aspetto positivo che senza dubbio presentano, e per i molti profili negativi che mettono in luce.