Uno dei più grandi musicisti di tutti i tempi, artista, interprete appassionato e caposcuola si racconta, dalle umili origini in terra partenopea ai successi davanti ai grandi del pianeta. Irriducibilmente col cuore oltre le logiche dello show business. È incredibile quanto vasto possa essere l'universo di emozioni, amarezze e solitudini che si cela dietro l'immagine di un personaggio pubblico, "drogata" per fini di business da giornali e televisioni. È una bella giornata quella in cui comincia la storia di Tullio De Piscopo. È però anche una giornata dalla quale si avvia una dura vicenda di salute, che porterà l'artista a dover combattere una guerra senza quartiere, l'ennesima, con una posta in gioco molto elevata... la vita. Ed è inevitabilmente il momento per ripensare a tutta la sua vicenda umana. Nato in una famiglia di musicisti, fra le difficoltà economiche del dopoguerra e l'interminabile sconforto per la scomparsa prematura del fratello Romeo, batterista il cui esempio lo ispirerà costantemente, Tullio scopre il suo talento e lo coltiva con determinazione e con convinzione, ne fa un'arma per affermare i propri valori e per cercare il suo posto nel mondo. È così che fatica, sudore e un pizzico di fortuna (come sempre) lo portano ad influenzare sessant'anni di storia della musica; dalle prime esperienze con le compagnie di avanspettacolo, alle difficoltà di sopravvivenza da quattordicenne in una metropoli come la Milano dei primi anni '60, alle scazzottate nei locali notturni e al grande periodo pionieristico del jazz al Capolinea. E poi l'arrivo in "serie A", il raffinamento del suo suono e i primi dischi: le collaborazioni con grandi nomi, da Astor Piazzolla a Chet Baker, da Max Roach a Gerry Mulligan, e produzioni innovative da solista. Infine la consacrazione nel jazz e nel pop, che lo portano oltre i confini del bel paese, in America, in Africa… fino davanti al Papa. Ma cosa c'è "oltre la facciata"? La gioventù negata di una vita "presa in prestito" dalla musica e dalla famiglia, fatta di scontri con i signori dello show business e di insofferenza verso la mediocrità. Vissuta in maniera libera ed indipendente, da protagonista arrivato sotto i riflettori e acclamato unico dalla moltitudine.