New York, 13 settembre 2008. Primo ciak: nella cucina del suo luminoso appartamento di Park Avenue, Jamie Dimon – di JP Morgan Chase, la terza banca degli Stati Uniti – si versa un caff è sperando di placare il mal di testa. Ha fatto tardi alla Federal Reserve Bank con una dozzina di suoi concorrenti nel tentativo estremo di salvare Lehman Brothers dal fallimento ed evitare un pericoloso effetto domino. Il cast: banchieri, avvocati, finanzieri, manager, membri dei consigli di amministrazione, funzionari di governo e ministri degli Stati Uniti e di altri Paesi, consulenti, segretari di Stato. Tutti i protagonisti direttamente coinvolti nei fatti che hanno portato al più grave crac finanziario dal 1929. Fonti: oltre cinquecento ore di interviste, documenti riservati, registrazioni audio, e-mail, appunti personali, piani di fatturazione, persino agende e note spese. Un resoconto di prima mano, ricostruito dall’uomo che conosce Wall Street meglio di chiunque altro. Genere: un thriller politico-finanziario imbastito attraverso una dettagliata e impressionante cronaca degli avvenimenti cui pochissime persone al mondo hanno avuto accesso. Trama: i retroscena della crisi, le manovre elaborate nei feudi dell’alta finanza e nei corridoi della politica, gli incontri segreti, le trattative, i particolari mai rivelati prima. Come nelle più classiche tragedie greche, i protagonisti avrebbero la possibilità di evitare la catastrofe, ma non lo fanno. Le scelte dei tycoons che governano l’economia del pianeta. Le passioni, le illusioni, la sete di potere di quelli che si sentono “troppo grandi per fallire”.