«O almo Sole, che con raggio biondo
l’oscurità disperdi de le notti,
tu non vedrai nessuna cosa al mondo
maggior di Roma o di Francesco Totti».
«Costantini è un verseggiatore formidabile,
dotato di inesauribile fantasia
e di sottile senso dell'umorismo».
Valerio Massimo Manfredi
Il calcio moderno profuma di epos antico. Nell’immaginario collettivo, i divi dello sport hanno sostituito gli eroi dell’Odissea e dell’Iliade. Ne era ben conscio Gianni Brera quando scriveva: «Il vero calcio rientra nell’epica… la sonorità dell’esametro classico si ritrova intatta nel novenario italiano, i cui accenti si prestano ad esaltare la corsa, i salti, i tiri, i voli della palla secondo geometria o labile o costante…».
Totteide nasce proprio da questa consapevolezza (seria e giocosa a un tempo). E così i topoi della tradizione epica (solennità della struttura metrica; linguaggio “alto”; celebrazione del mito, dell’avventura, della gloria) sono qui utilizzati per raccontare un moderno eroe del calcio: Francesco Totti, simbolo di Roma e della Roma. Perché il rettangolo di gioco è metafora del campo di battaglia; le squadre rappresentano gli eserciti; e i “capitani” sono i “condottieri”.
Solo che al posto del novenario l’autore ha scelto l’endecasillabo di dantesca memoria – il più universale dei metri – per celebrare in quasi duemila versi assist e gol, sconfitte e vittorie; per dare una forma mitica a chi (almeno per i tifosi giallorossi) mito lo è già.
Enigmista, attore, poeta, esperto di metrica (per la quale ha sviluppato un rivoluzionario metodo didattico), Franco Costantini è nato a Roma e vive a Ravenna. Ha pubblicato altri libri in versi, tra cui il poema eroicomico Cavallegoria (1997). Dal 2004 è direttore artistico di una rassegna poetica estiva nell'ambito di Ravenna Bella di Sera. Con RavennaPoesia ha realizzato numerosi audiolibri.