Il cielo era terso e splendente. Ogni cosa era tersa e splendente. Ogni luogo raggiunto dalla luce suggeriva l’incanto di una grazia suprema e splendente. Aria e luce superavano di gran lunga la purezza di qualunque diamante.
L’incanto si estendeva oltre la linea della collina. Un gruppo di alberi a nord, radi cespugli a nord est e poi la bassana a sud ricoperta dal fitto e fragante manto di neve. Il freddo era intenso, secco e pungeva come un cuscino di aghi. Il respiro di quel luogo era potente seppur minimo, considerato che la natura era costituita da soli due elementi. Aria e neve, aria, luce e neve. Questa scintillava nelle forre, nei piccoli avvalamenti, seguendo i quali ci si sarebbe imbattuti in un timido e chioccolante rivo, in un guado appena accennato.