Col pretesto di porre in ridicolo la smania della villeggiatura dispendiosa, l’ambizione del ceto medio che vuol gareggiare con la ricca nobiltà, il grande affresco della Villeggiatura offre l’impietosa immagine di un mondo borghese dilaniato da egoismi e particolarismi, che nello sviluppo delle proprie contraddizioni ha smarrito la carica vitale e progressista di un tempo. Goldoni se ne distacca con lo stesso sicuro intuito storico e sociale con cui l’aveva difeso ed esaltato nel momento della sua affermazione rivoluzionaria. La prefazione di Luigi Lunari sviluppa i complessi temi posti dal testo, e li verifica nella disamina del celebre allestimento teatrale diretto da Giorgio Strehler a Milano, a Vienna e a Parigi.