Non serve spendere parole per presentare Umberto Eco, a pochi mesi dalla sua scomparsa. La sua figura pubblica è stata celebrata in molti modi. Ora, perfettamente nel solco della missione della collana “Eredi”, arriva in libreria il primo tentativo di raccontarne l’eredità, umana e intellettuale.
Claudio Paolucci del professor Eco è stato l’ultimo vero allievo e ha seguito da vicino i suoi ultimi anni di attività. Ma prima di tutto questo, è stato un ragazzo che si presenta al ricevimento docenti per spiegare a Umberto Eco che il suo ultimo libro, Kant e l’ornitorinco, è completamente sbagliato.
“Quel professore, che era incidentalmente l’intellettuale italiano più famoso del mondo, passò ore e ore a discutere con un ragazzo di ventiquattro anni con un look che lo disturbava moltissimo. E ricordo benissimo ancora oggi quell’uomo famosissimo che in commissione di laurea difendeva, da relatore, una tesi tutta contro di lui.”
In questo breve saggio Paolucci visita con passo leggero i luoghi della sua conoscenza e amicizia con il professor Eco, luoghi che sono non solo fisici, ma anche teorici: l’amore per i dubbi e la negoziazione, la fiducia nella possibilità di interpretare e gettare ponti tra idee e persone diverse, l’ironia e il motto di spirito come correttivo all’accademia, ma anche la limpida vocazione alla serietà della didattica e della ricerca.