Dopo decenni di populismo e contrapposizioni ideologiche laceranti e paralizzanti, l'Italia ha bisogno di una grande depurazione dalle incrostazioni corporative, dall’appesantimento burocratico, dalle duplicazioni dei centri di poteri istituzionali incastonati secondo sequenze di tipo medievale, utili solo a creare posti ai galoppini della politica e destinati a pesare negativamente sempre di più nel contesto della competizione globale che ogni giorno diventa più dura.
Come gli esseri viventi hanno bisogno di ossigeno per vivere, il paese ha bisogno di riforme strutturali ed ha bisogno di eliminare le tante barriere presenti nel mondo del lavoro, meno privilegi e rendite per gli inclusi, più possibilità di ingresso per gli esclusi e per i giovani, più spazio al merito e alla concorrenza: questi gli ingredienti di un'economia più competitiva, che favorisca una crescita duratura, una società più aperta, più inclusiva, più equa.
In questi anni si dovrà con lungimiranza ridisegnare un nuovo modello di società che possa ancora coniugare sviluppo, occupazione e welfare in modo da garantire ai propri cittadini salute e istruzione aldilà del grado di ricchezza. E’ una partita impegnativa dall’esito non scontato e questo libro vuol essere un contributo.
In questa prospettiva una riforma sanitaria è urgente per operare una netta separazione tra
- il finanziatore/committente che si specializza nella valutazione dei bisogni della comunità e del fabbisogno di volumi di prestazioni necessarie per la soddisfazione di quei bisogni;
- il produttore/erogatore che si specializza nella gestione dei servizi e nel raggiungimento di obiettivi di efficienza, appropriatezza e qualità.
Occorre iniettare all'interno del sistema dosi di mercato, incentivando la competizione tra produttori (pubblici e privati), che diventano giuridicamente ed amministrativamente «autonomi» rispetto alle istituzioni.
Occorre spostare il baricentro del «potere» all'interno del sistema dall'area dell'offerta (produttori) a quella della domanda (cittadini).