Nell'ottobre del 1971 i Van der Graaf Generator pubblicavano "Pawn Hearts". Considerato quasi univocamente il capolavoro del gruppo inglese e uno degli album più importante della scena musicale degli anni '70, "Pawn Hearts" è un'opera complessa e ambiziosa, la cui scrittura e realizzazione furono dettate da una combinazione di fattori che portarono il gruppo a spingersi al limite delle proprie capacità tecniche e musicali.

Paolo Carnelli, autore dell'acclamato "Van der Graaf Generator - La Biografia Italiana" edito da Arcana, prende le mosse dal celebre Six Bob Tour del gennaio 1971 focalizzando poi la sua attenzione sul successivo New London Pop Tour in modo tale da poter seguire da vicino l'incubazione del capolavoro. Capitoli specifici sono dedicati al soggiorno della band presso la "casa stregata" di Crowborough, all'analisi musicale e testuale dell'album, all'elaborazione dell'artwork da parte dell'artista Paul Whitehead e ai suoi molteplici significati, alla partecipazione straordinaria di Robert Fripp, a proposito del quale sono emersi nuovi e gustosi aneddoti. L'autore prosegue poi la sua analisi rivolgendo la giusta attenzione alla pubblicazione, avvenuta nel febbraio del 1972, del celebre 45 giri "Theme One/W", dietro al quale si nascondono intrecci e intrighi degni di un romanzo giallo. Per concludere, l'ultimo capitolo del libro è dedicato al "ritorno del guardiano del faro" e al tour del 2013 durante il quale i Van der Graaf Generator hanno deciso a sorpresa di riproporre dal vivo l'intera suite "A Plague of Lighthouse Keepers".

Il volume, che contiene anche 12 immagini, alcune delle quali riproduzioni di scatti inediti degli anni 70 e del recente tour 2013, comprende anche due appendici: nella prima sono riportate le date e le scalette di tutti i concerti del tour 2013 della band. La seconda è dedicata alla discografia specifica relativa all'album Pawn Hearts e al 45 giri Theme One/W, con un'analisi dettagliata di tutte le varie edizioni in lp, 45 giri, cd e cassetta. La narrazione è arricchita da numerose testimonianze, tra cui quelle inedite di David Jackson, Hugh Banton, Peter Hammill e Paul Whitehead. La prefazione è stata scritta dal chitarrista americano Gary Lucas.