Il volume contiene una serie di reportage che l’autore ha scritto per giornali e riviste serbi e italiani. Si tratta di miniature geopoetiche in cui sono rappresentati paesi e regioni di confine, crocevia di popoli e di culture: la Voivodina, l’Asia Centrale, il Caucaso, ma anche città situate nel cuore dell’Europa, in cui le contraddizioni della globalizzazione neoliberista appaiono evidenti più che altrove. Sono proprio queste zone a poter sviluppare idee nuove, declinare in maniera costruttiva e sostenibile la caoticità della post-modernità, proporre nuovi modelli di convivenza e di soluzione dei conflitti, grazie alle enormi sfide politiche, economiche e sociali davanti a cui si trovano. I confini, dove le culture si incontrano e i popoli qualche volta si scontrano, da periferia sono diventati centro, nodi nevralgici in cui l’umanità mette in gioco il proprio futuro. Lo scrittore ha trovato riparo dal vento freddo, di terra, che spazza e affligge il mondo contemporaneo a teatro, soprattutto a Wuppertal, con Pina Bausch e i suoi danzatori, e ovunque in Europa, al seguito della “Socìetas Raffaello Sanzio”. Il teatro, quello vero, non è un luogo al di fuori della realtà, anzi, è al centro di essa; la analizza e la rielabora, smonta luoghi comuni, certezze usate e abusate, costringe gli spettatori a guardare il mondo da nuovi punti di vista, talvolta rivoluzionari. Proprio a teatro l’autore ha imparato a osservare il mondo per poi descriverlo in queste miniature.
Christian Eccher è nato a Basilea nel 1977. Si è laureato in Letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, dove ha anche conseguito il dottorato di ricerca con una tesi sulla letteratura degli italiani dell’Istria e di Fiume, dal 1945 a oggi. È professore di Lingua e cultura italiana all’Università di Novi Sad, in Serbia, e nel tempo libero si dedica al giornalismo.