Pietro Giannone, nato nelle Puglie nel 1676 da famiglia di umili origini, dopo aver compiuto gli studi giuridici a Napoli, si affermò come uno dei principali esponenti del pensiero giurisdizionalista, rivendicando l'autonomia dello stato nei confronti dell'autorità religiosa. Scomunicato dalla Chiesa, ebbe a subire varie persecuzioni, che si conclusero con l'arresto, la condanna all'ergastolo e una lunga prigionia, durata dal 1736 fino al 1748, anno della morte. Fu all'indomani del suo imprigionamento che prese a scrivere le sue memorie; il lavoro fu portato a termine l'anno seguente, e successivamente venne aggiornato fino al 1741. Rimasta inedita, l'opera venne data alle stampe per la prima volta nel 1890.