Non è tempo di compromessi: diventare testimoni vuol dire assumersi responsabilità in prima persona, un compito che spetta a tutti i cattolici, religiosi e laici, così come ai non credenti. Il cardinale Dionigi Tettamanzi non ha mai perso occasione per dare sferzate alla città in cui è stato chiamato come vescovo nel 2002, succedendo a Carlo Maria Martini. Ma i suoi toni non hanno mai perso la dolcezza del buon pastore che sa osservare i bisogni e cerca di tendere una mano. Lo chiamano uomo del dialogo e Tettamanzi al dialogo ha dedicato da subito forze ed energie: Milano, da sempre crocevia di uomini e culture, deve tornare a essere città dell’accoglienza. Accoglienza significa lavoro, garanzia di una casa, rispetto della dignità e fine della diffidenza per il diverso. E significa dialogo ininterrotto dentro e fuori la Chiesa. Milano, la metropoli che ha raccolto la sfida dell’Expo 2015, città della finanza, della moda, della cultura, non deve rinunciare a sfide ancora più alte e non deve dimenticarsi degli ultimi. Nonostante le critiche anche aspre suscitate dai suoi interventi, Tettamanzi non si ferma alle parole. Lo dimostra a fine del 2008: nel pieno della crisi mondiale quando istituisce un fondo di solidarietà destinato alle famiglie di chi ha perso il posto di lavoro. Aldo Maria Valli, vaticanista del Tg1, con lo sguardo acuto del cronista, ripercorre in queste pagine il cammino missionario di Dionigi Tettamanzi, una figura che è diventata punto di riferimento non solo per la comunità cristiana ma anche per chi crede ancora in una società aperta e solidale.