La mostra fa rivivere il complesso rapporto tra le arti e il regime nel decennio che precede la seconda guerra mondiale. Un decennio drammatico, segnato dalla propaganda e dalle persecuzioni, ma anche un periodo in cui le menti più libere seppero gettare i semi della modernità, in particolare nell'architettura, nell'urbanistica, nel design, nella fotografia, nella grafica; senza dimenticare, per pittura e scultura, i nomi di Funi, Savinio, De Chirico, Wildt, Donghi, Sironi, Fontana, Licini, Severini, Guttuso. Il libro che accompagna la mostra affronta e analizza il periodo nelle sue diverse manifestazioni, con un ricco apparato iconografico e una originale veste grafica.