Questa XIV edizione della Costituzione Esplicata viene data alle stampe in un periodo di importante transizione costituzionale.
Dopo 10 anni dall’ultimo e discusso intervento in materia elettorale (cd. Porcellum), è stata finalmente approvata una nuova legge per l’elezione della Camera dei deputati (L. 6 maggio 2015, n. 52).
La nuova legge elettorale (cd. Italicum), tra l’altro, attribuendo un consistente premio di maggioranza a chi vince le elezioni, al primo turno (con almeno il quorum del 40%) o al secondo, dopo il ballottaggio fra i primi due partiti, se da un lato garantisce piena governabilità del Paese, dall’altro concede un’eccessiva supremazia dell’esecutivo sul Parlamento, che viene così liberato da qualsiasi forma di confronto democratico fra maggioranza e opposizione.
Parallelamente, il disegno di legge costituzionale S. 1429, che ha per obiettivo il superamento del bicameralismo perfetto, oltre a dare nuova veste al Titolo V Parte II della Costituzione relativo alle Regioni e agli enti locali, è stato modificato e approvato in prima lettura da entrambi i rami del Parlamento (da ultimo alla Camera il 10 marzo 2015) e il suo iter verso una sua conferma definitiva sembra conoscere minori ostacoli rispetto al passato.
Per chi crede nella nostra forma di governo parlamentare, risulta difficile commentare le grandi riforme senza registrare le discutibili conseguenze che tali provvedimenti comportano per quanto riguarda i criteri di formazione della Camera e la crescente «deparlamentarizzazione» del nostro sistema costituzionale.
Inevitabile conseguenza sarà che il Governo viene posto sempre più al centro dell’ordinamento e il Parlamento «messo all’angolo».
Al momento, dunque, un cambiamento verso una reale svolta democratico-parlamentare appare difficile, dal momento che la «casta» che governa, a prescindere dal suo colore politico, tende a consolidare i suoi poteri e difende a denti stretti privilegi ormai insostenibili per gli alti costi della politica.