L’introduzione del divorzio nel nostro ordinamento ha inserito un elemento di notevole disarmonia ed ha posto una serie di problemi, in relazione ai rapporti tra le cause ecclesiastiche di nullità, le dichiarazioni di nullità civile, i procedimenti di separazione e di divorzio.
L’operatore che, a qualsiasi titolo, si occupi di una causa di separazione o divorzio non può ignorare gli effetti della delibazione di una pronuncia di nullità ecclesiastica sul giudizio in corso, né le conseguenze e le modalità di applicazione del principio di prevenzione.
Da ciò consegue la necessità, per coloro i quali vogliano avere una cultura adeguata in tema di diritto di famiglia, non solo di avere congrue nozioni di diritto ecclesiastico in ordine alla nullità matrimoniale, ma anche di approfondire i meccanismi attraverso cui le decisioni dei relativi tribunali trovano ingresso nel nostro sistema ed ivi producono effetti giuridici.
Diviene così centrale la conoscenza del giudizio di delibazione dinanzi alle corti d’appello, poiché esso costituisce il momento di comunicazione e di passaggio tra sentenze ecclesiastiche (cui attribuisce esecutività) ed ordinamento italiano.
Il volume è scritto tenendo conto di tali esigenze e si snoda attraverso la disamina, in primo luogo del regime di nullità di diritto civile e del sistema di nullità del diritto canonico, consentendo al lettore un utile raffronto, e, subito dopo, puntando l’attenzione sul giudizio di delibazione. In tale ultima sede vengono affrontate le tematiche dei rapporti tra i vari giudizi e della sorte dei provvedimenti economici tra i coniugi o relativi alla prole, emessi nel corso di giudizi civili, le cui vicende si siano intersecate con una sentenza ecclesiastica sopravvenuta.
L’esame si basa sul Concordato del 1929 e sulle leggi che diedero ad esso esecuzione, ma anche sulla successiva modifica, dovuta all’Accordo del 1984, la quale, dopo l’ulteriore passaggio della riforma del 1995 del diritto internazionale privato, ha dato assetto definitivo alla normativa vigente