Il presente contributo prende ispirazione dalla lettura della suggestiva opera di Paola Saracini dal titolo “Contratto a termine e stabilità del rapporto” e si pone l’obiettivo di valutare se il canone interpretativo coniato dall’Autrice in riferimento allo scenario italiano “pre-Jobs Act”1 possa risultare utile, in chiave comparativa, a comprendere un sistema molto diverso, come quello statunitense, che ha visto, nel tempo, il passaggio dalla consacrazione della libera recedibilità dal rapporto di lavoro sine die (Employment-At-Will) alla progressiva erosione del “diritto di licenziare” per via interpretativa, prologo all’espansione di nuovi modelli di lavoro “temporaneo”2 rispondenti ai bisogni di “fluidità” dell’odierno mercato del lavoro.