Siamo alla chiusura di un ciclo. La società dei consumi di massa, fondata sull’illusione dell’esistenza di risorse illimitate e della crescita senza fine, è in crisi ovunque, mentre il sistema economico prosegue la sua corsa sul binario morto dello sviluppo a tutti i costi. Occorre tirare il freno d’emergenza. Ma cosa ci attende a fine corsa? Il dilagare della miseria imposta dal declino delle garanzie sociali, dalla concorrenza spietata, dalla guerra tra (e contro) i poveri? Oppure un nuovo modello di vita e di convivenza all’insegna di una decrescita e di una “frugalità” vissute come scelta e non come condanna? Come si potrà comporre il trauma che il crollo della civiltà dell’abbondanza mercantile inevitabilmente rappresenta, con le opportunità che questo stesso crollo può dispiegare? Nell’incalzare della crisi si intrecciano squarci di barbarie e segnali di rinnovamento. È un bivio storico di fronte al quale è urgente, perlomeno, fermarsi a riflettere e cercare di comprendere.