Questo 2° Rapporto sulla devianza minorile, che vede la luce alle soglie del 2014, sembra voler marcare il segnale che a distanza di quasi venticinque anni, ossia dal 1988, la Giustizia Minorile, ha assimilato, nella quotidianità del lavoro di tutti coloro che operano nel settore, l'idea che educare o rieducare un minore sia un'operazione complessa e faticosa da giocarsi nei luoghi della vita e non nei luoghi della reclusione. I dati presentati in questo lavoro segnano il passaggio ad una Giustizia Minorile proiettata sul territorio, centrata sulla qualità del progetto socio-educativo, orientata a promuovere empowerment nella famiglia e della giustizia riparativa.
Questo lavoro non è solo una risposta alla necessità di un aggiornamento dei dati ma ha inteso avviare, in una fase di evidente trasformazione dell'utenza, un momento di riflessione, sia all'interno del sistema minorile che nello scenario più allargato e condiviso con i diversi attori sociali che a vario titolo s'interessano e si prendono cura degli adolescenti che entrano nel circuito penale.
I dati oggetto di analisi del Rapporto prendono in considerazione l'anno 2012 ed il periodo intercorso dal 2008, disegnando una rappresentazione della devianza, del sistema di funzionamento degli interventi e delle azioni predisposte, con uno sguardo alle direzioni ed ai cambiamenti emergenti dalle realtà territoriali, dati messi in relazione in una logica temporale.
Anche questo volume nasce dalla collaborazione tra il Dipartimento per la Giustizia Minorile e i Servizi della Giustizia Minorile, dall'integrazione delle competenze, professionalità e saperi differenti, tra chi è vicino e accompagna le storie di devianza e criminalità e chi svolge azioni strutturali e di supporto attuate a livello di amministrazione centrale e decentrata, in un mix di conoscenze collaborative a cui si è provato a dare forma. Questo plurale è riconoscibile nell'articolazione del Rapporto stesso che vede una prima parte dedicata ai dati nazionali. In questa area viene presentata la dimensione nazionale partendo dal sistema dei Servizi. I dati presentati e commentati riguardano gli andamenti dell'utenza degli Uffici di Servizio Sociale per i Minorenni, degli Istituti Penali per i Minorenni, dei Centri di Prima Accoglienza e delle Comunità. Tra gli aspetti emergenti del lavoro, seguono delle interessanti centrature su quattro focus relativi a nuclei ritenuti centrali nei Servizi della Giustizia Minorile quali: i minori stranieri, l'utenza femminile, i giovani adulti e la recidiva.
La sezione centrale è dedicata alle riflessioni di tre esperti, Lamberto Bertolè, Luigi Regoliosi, Patrizia Patrizi che, a diverso titolo, sono vicini e collaborano con i Servizi della Giustizia Minorile e che in questo spazio ringraziamo per la generosa collaborazione. Abbiamo posto loro alcune domande e le loro riflessioni costituiscono un'importante finestra aperta su mondi esterni ma vicini alla Giustizia Minorile dove emergono aree di criticità ma anche di possibili innovazioni.
La terza sezione declina il dato nazionale nelle articolazioni regionali. Gli operatori dei Centri per la Giustizia Minorile hanno ragionato sui propri dati presentando le differenze e le specificità presenti a livello territoriale.